Pinacoteca Ambrosiana


La Pinacoteca Ambrosiana nacque nel 1618 per volontà del cardinale Federico Borromeo, esperto conoscitore d'arte. Il suo era un progetto culturale di ampia portata, comprendente  anche l'istituzione di una biblioteca (la Biblioteca Ambrosiana) e dell'Accademia del Disegno.
Allora la pinacoteca ospitava 172 dipinti ai quali, nel tempo, se ne aggiunsero molti altri, soprattutto per donazione di privati.

La collezione è sita in un palazzo di Fabio Mangone (1611), ampliato più volte fino all'annessione della Chiesa di San Sepolcro.
Oggi la pinacoteca consta di 24 sale.

Collezione Federiciana e dipinti del XV-XVI secolo, comprendente La Sacra Famiglia con Sant'Anna e San Giovannino del Bernardino e l'Adorazione dei Magi di Tiziano. Sono qui esposti altri capolavori assoluti quali il Musico di Leonardo da VInci, la Madonna del Padiglione di Botticelli e l'Adorazione del Bambino del Ghirlandaio. Celeberrima è la Canestra di Frutta del Caravaggio.

L'Ala Galbiati ospita dipinti rinascimentali e una collezioni di oggetti tra i quali le particolarità dei capelli di Lucrezia Borgia e i guanti di Napoleone. Sono presenti dipinti del Cinquecento italiano e veneto tra cui la pala d'altare del Moretto raffigurante il Martirio di San Pietro da Verona. Questa sezione ospita anche la pittura italiana e fiamminga del XVI e XVII secolo e la pittura lombarda del XII secolo.

La Collezione De Pecis e XIX secolo ospita quadri italiani e fiamminghi, tra  i quali l'Autoritratto di Antonio Canova e opere di Appiani, Bianchi, Hayez e Longoni (è presente il suo capolavoro Chiusi fuori scuola). Nella collezione donata da De Pecis nel 1827, compaiono anche dipinti fiamminghi del XV-XVII secolo.

Chiudono due sale, una dedicata alla scultura, con reperti di epoca romana e rinascimentale ospitante i bassorilievi di Agostino Busti (detto "il Bambaia", XVI secolo), e l'ultima, il Museo Settala, una collezione di oggettistica e repertistica, con strumenti scientifici, fossili, libri, arredi, e molto altro ancora.

D'obbligo  citare la Biblioteca Ambrosiana, un gioiello che, fra i suoi innumerevoli tesori, ospita il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci: 1119 fogli rilegati in 12 volumi.


Parco Sempione


Uscendo dal Castello Sforzesco dalla Porta del Barco, ci si trova di fronte ai 47 ettari di verde del Parco Sempione. 
Fu realizzato nel 1983 dall'architetto Emilio Alemagna, su una parte del preesistente Barcho, il giardino ducale.

Il parco fu costruito sul tema del giardino all'inglese, con un grande prato centrale circondato da boschetti ed attraversato da viali curvilinei intersecati. 

Al centro del prato è presente un laghetto dal quale si dipartono due corsi d'acqua.
Su uno di questi è posto il Ponte delle Sirenette, che una volta attraversava il Naviglio della Martesana. Questa bellissima e semplice decorazione deve il suo nome alle quattro sirene scolpite in ghisa da dallo Tettamanti.

In mezzo al parco si trova anche la Fontana Metafisica, detta anche Bagni Misteriosi, di De Chirico. C'è anche una collinetta in cima alla quale si erge il Monumento a Napoleone III, opera di Francesco Barzaghi.

Sul lato ovest si trova il Palazzo dell'Arte, che fu costruito da Giovanni Muzio nel 1933. Da allora ospita la sede permanente della Triennale d'Arte Decorativa di Milano, un'esposizione internazionale di alto livello inerente architettura moderna ed allestimenti artistico-industriali. Oltre alla Triennale, vengono organizzate anche diverse iniziative culturali, quali importanti mostre temporanee.
Accanto al palazzo si erge la Torre del Parco, alta 109 m. Fu progettata da Ettore Ferrari, Cesare Chiodi e Giò Ponti nel 1932, ed interamente realizzata con tubi d'acciaio.

In direzione Parigi, Napoleone Bonaparte fece erigere al Comune di Milano l'Arco della Pace, sul modello di quello francese, attraverso il quale Napoleone potesse entrare a Milano in modo solenne. Ma Napoleone non lo varcò, perchè fu terminato più tardi ed inaugurato dall'imperatore Ferdinando I d'Asburgo nel 1838.

Il Parco Sempione ospita anche l'Acquario Civico, istituito nel 1906 ed allestito in una bella costruzione in stile Liberty, le cui facciate sono impreziosite da decorazioni su temi di fauna acquatica come tartarughe, pesci, crostacei ed aragoste. All'ingresso s'impone la statua di Nettuno dello scultore Oreste Balò.
Si tratta di uno degli acquari più antichi del mondo.

Poco distante dall'Acquario Civico si trova la Grande Arena o Stadio Civico, risalente al 1806. Vi si rappresentarono a lungo naumachie (simulazioni di barraglie navali) e corse di bighe. Oggi è sede di manifestazioni di vario genere, anche sportive.




I Navigli


La loro storia...

Nell'antichità, il sistema dei Navigli costituiva una fitta rete concepita per incentivare e favorire i rapporti commerciali, e per favorire la costruzione di grandi opere. Molti materiali pesanti ed ingombranti, destinati alla costruzione del Duomo,  furono trasportati attraverso questi canali.

Queste vie d'acque erano regolate grazie ad un complesso sistema di chiuse, progettato e perfezionato alla fine del Quattrocento da Leonardo da Vinci, con l'ausilio di bacini. Il laghetto di Sant'Eustorgio, rappresentava uno dei maggiori porti fluviali d'Italia, con una lunghezza di 750 metri.

La storia dei navigli è millenaria e risale al XII secolo. Inizialmente furono ideati per favorire l'irrigazione dei terreni, fornire vie di comunicazioni più sicure e agevoli, e per soddisfare la necessità di collegare la città con i valichi alpini e con i laghi.

La rete dei navigli ebbe un impatto decisivo sull'economia di Milano, favorendo un notevole incremento dei rapporti commerciali ed aumentando così il grado di ricchezza della città.

Il primo canale fu inaugurato nel 1179, era il Ticinello, lungo circa 50 km, che congiungeva Abbiategrasso a Landriano. Successivamente venne ampliato per renderlo navigabile e prolungato fino a Milano prendendo il nome di Naviglio Grande

Il Naviglio Martesana fu costruito per volere di Francesco Sforza nel 1465 e collegava Milano al Lago di Como.

Nel 1805 Napoleone fece completare il Naviglio Pavese che collegava la città al Po' e quindi al mare.

...E il loro presente

Tra la fine del XIX secolo e gli inizi del secolo successivo ebbe però luogo un'imponente opera di interramento di questi canali, e venne così cancellato per sempre quel paesaggio rurale e culturale caratterizzato da moli, ponti, chiatte, barconi, intrecci di canali circondati da pioppi che tagliavano le campagne.

Di tutto questo rimasero i tre grandi navigli: Il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese e il Naviglio Martesana (un centinaio di metri). E' rimasto anche il laghetto di Sant'Eustorgio, oggi conosciuto come Darsena di Porta Ticinese.

Ma nei cittadini, è rimasto lo "spirito dei Navigli", il romantico slancio a mantenere vive le emozioni e le tradizioni di una Milano antica. 
Il quartiere della "vecchia Milano" rappresenta questo antico cuore che batte ancora, con i suoi ristorantini, le chiatte ormeggiate e le botteghe artigiane, le quali a tutt'oggi si specchiano nelle acque dei Navigli. L'atmosfera è qui rimasta viva ed è molto ricercata sia dai turisti che dai Milanesi. 

Sopravvivono ancora fiorenti due intramontabili tradizioni: la Fiera di Sinigaglia, lungo la Darsena, e la Festa dei Navigli, imperdibile appuntamento per tutta la città.

La Darsena di Porta Ticinese oggi

Dopo aver sperperato una quantità astronomica di denaro pubblico in lunghi, inutili ed infine sospesi lavori per la costruzione di un assurdo parcheggio sotterraneo al posto della Darsena, ora è vivo un dibattito sul destino di quest'ultima. 
Infatti, durante gli inutili lavori, si è creata un'oasi naturale nella Darsena, formata da canneti, salici, fiori, e fauna composta da rane, gallinelle d'acqua, usignoli e libellule. Mantenere e salvaguardare l'oasi naturale spontanea o rimuoverla per ripristinare l'assetto della Darsena com'era precedentemente all'assurdo progetto del parcheggio (non tanto assurdo per chi ha intascato i soldi dei milanesi)?
L'idea è quella del ripristino, ma ancora nulla è deciso.

Il sito www.naviglilombardi.it/ è interamente dedicato ai navigli e illustra tutte le possibilità di escursione e di navigazione turistica.


La Pinacoteca di Brera


La Pinacoteca di Brera è situata all'interno del Palazzo di Brera, edificio di austera bellezza, da sempre ospite di prestigiose iniziative ed istituzioni didattiche, in linea con l'originale destinazione impostata dai Gesuiti con con loro scuola.

Il primo nucleo era costituito principalmente da gessi e disegni, che servivano soprattutto come modelli per gli allievi dell'Accademia delle Belle Arti, che fu istituita nel 1776. In seguito la pinacoteca si arricchì delle opere provenienti da chiese soppresse, sia lombarde che del Regno Italico, diventando così collezione nazionale, annettendo negli anni opere di grandissimo valore, dei più importanti maestri italiani.

Le Sale

La pinacoteca è costituita da sette sezioni poste in ordine cronologico.

Dipinti italiani del XIII-XV secolo, tra cui Uomini in Arme del Bramante, Madonna col Bambino del Lorenzetti e l'Adorazione dei Magi di Stefano da Verona.

Dipinti veneti del XV-XVI secolo, tra i quali il celebre Cristo Morto del Mantegna, caratterizzato dalla spettacolare porspettiva, la Pietà del Bellini, e la Storia della Vergine del Carpaccio. Sono inoltre presenti ritratti e dipinti di Tiziano e Veronese, e Ritrovamento del Corpo di San Marco del TIntoretto.

Dipinti lombardi del XV-XVI secolo, con le opere di Foppa, Bergognone, Ferrari (Martirio di Santa Caterina) e Bramantino (Crocifissione). 

La Collezione Jesi è intercalata a spezzare l'ordine cronologica. Essa infatti ospita lavori italiani datati tra 1910 e il 1940. Tra questi il Ritratto di Mosè Kisling di Modigliani, la Musa Metafisica di Carrà, nature morte di Morandi e sculture di Rosso, Martini e Marini.

Dipinti dell'Italia Centrale del XV-XVI secolo, con la Natività del Correggio, la Pala del Montefeltro di Piero della Francesca, lo Sposalizio della Vergine di Raffaello e il Cristo alla Colonna del Bramante.

Dipinti italiani e fiamminghi del XVII-XVIII secolo, tra i quali la Cena in Emmaus del Caravaggio, il Martirio delle Sante Rufina e Seconda di Cerano, Morazzone e Procaccini, l'Ultima Cena di Rubens e il Ritratto alla sorella di Rembrandt.

Dipinti italiani del XVIII-XIX secolo, con la Madonna del Carmelo di Tiepolo, opere del Pitocchetto, che soleva rappresentare gente umile, vedute del Canaletto, celebri per la limpidezza e per la precisione descrittiva, l'ormai mediatico Il Bacio di Hayez e la Fiumana, inno alla lotta di classe di Pelizza da Volpedo.

Il Palazzo di Brera


Lo splendido, austero Palazzo di Brera, fu eretto dove un tempo sorgeva il Convento degli Umiliati, in seguito passato ai Gesuiti. Questi, giunti nel 1572, istituirono la loro scuola e commissionarono la costruzione del palazzo all'architetto Francesco Maria Richini che iniziò i lavori agli inizi del 1600. Richini morì nel 1658 e la sua opera venne perpetrata dal figlio Gian Domenico e in seguito da Girolamo Quadrio e Pietro Giorgio Rossone.

Il lavoro giunse a compimento nel 1773 e nel 1780 il Piermarini costruì l'elegante e maestoso portale, in perfetta armonia con l'austerità della sua concezione estetica.

Questo palazzo rappresenta il tipico esempio dell'architettura barocca lombarda.

Alcuni consigli per la visita

Dopo aver ammirato il portale del Piermarini, viene spontaneo sostare a lungo nello splendido cortile rettangolare, avvolti dalla sontuosità dei due ordini di colonne binate.
Al centro del cortile si può ammirare il monumento a "Napoleone come Marte  Pacificatore" del Canova. Si tratta di una statua bronzea che ritrae Napoleone nel ruolo del dio romano Marte, con una Vittoria Alata in una mano e un'asta nell'altra. La statua è alta 3,45 m ed è la copia bronzea dell'originale marmoreo, che attualmente di trova all'Apsley House a Londra.

La bellezza severa dello scalone è impreziosita da una serie di monumenti, realizzati per celebrare personaggi illustri legati alla storia del Palazzo di Brera.
Tra questi i monumenti a Cesare Beccaria e a Giuseppe Marini.

Il Palazzo di Brera ha conservato e incentivato nel tempo il suo ruolo nel mondo della cultura e delle istituzioni didattiche. Esso ospita infatti diverse istituzioni fra cui l'Osservatorio Astronomico, l'Orto Botanico, l'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, la Biblioteca e l'Accademia di Belle Arti.

E, naturalmente, ospita una collezione di inestimabile valore, una delle più importanti mostre artistiche del mondo: la Pinacoteca di Brera.

L'ubicazione ufficiale è in via Brera 28 a Milano.
Per informazioni sulle visite il sito ufficiale è www.brera.beniculturali.it.

La Madonnina


La Madonnnina è una statua posta sulla guglia più alta del Duomo di Milano. E' diventata l'amato simbolo della città di Milano al quale si fa spesso riferimento per indicare la città.

La Madonna, posta a 108,50 metri di altezza è stata scolpita dallo scultore Giuseppe Perego e dall'orafo Giuseppe Bini. E' alta 4,16 m ed è in rame rivestita da 3900 lamine d'oro che la fanno risplendere ai raggi del sole. La Vergine è rappresentata con le braccia aperte e lo sguardo rivolto verso il cielo, come a richiamare la benedizione divina sulla città.

L'opera è del 1774 e, prima per tradizione, poi per decreto, non doveva essere superata in altezza da nessun altro edificio di Milano. 

Quando il grattacielo Pirellone raggiunse i 127 metri, per rispetto alla Madonnina ne fu posta una copia sulla sommità. Questa venne successivamente spostata sul Palazzo Lombardia ad un'altezza di 161 m.

Alla Madonnina è intotalata la celebra canzone simbolo di Milano:




 O Mi Bela Madunina


A disen la canzon la nas a Napoli
e certament gh’hànn minga tutt’i tort
Sorriento, Mergellina, tutt’i popoli
i avran cantaa almen on milion de volt.
Mi speri che se offenderà nissun
se parlom on cicin anca de nun.

O mia bela Madonina
che te brillet de lontan
tutta d’ora e piscinina
ti te dominet Milan.
Sotta a ti se viv la vita
se sta mai con i man in man.
Canten tucc: “Lontan de Napoli se moeur”
ma poeù vegnen chì a Milan…

Adess gh’è la canzon de Roma magica,
de Nina er Cupolone e Rugantin.
Se sbatten in del Tever, roba tragica
esageren, me par un cicinin.
Sperem che vegna minga la mania
de mettes a cantà : ” Malano mia! “.

O mia bela Madonina
che te brillet de lontan
tutta d’ora e piscinina
ti te dominet Milan.
Sotta a ti se viv la vita
se sta mai con i man in man.
Canten tucc: “Lontan de Napoli se moeur”
ma poeù vegnen chì a Milan
Si, vegnì senza paura
num ve slongarem la man
tutt el mond a l’è paes, a s’emm d’accord,
ma Milan, l’è on gran Milan!!!

TRADUZIONE:

Dicono che la canzone nasca a Napoli
e certamente non hanno tutti i torti
Sorrento, Mergellina, tutti i popoli
li avranno cantati almeno un milione di volte.
Io spero che non si offenderà nessuno
se parliamo un pochino anche di noi.
O mia bella Madonnina
che brilli da lontano
tutta d’oro e piccolina
tu domini Milano.
Sotto di te si vive la vita
non si sta con le mani in mano.
Cantano tutti :”Lontano da Napoli si muore”
Ma poi vengono a Milano.
Adesso c’è la canzone di Roma magica,
Di Nina, il Cupolone e Rugantino.
Si buttano nel Tevere, cosa tragica
esagerano, mi pare un pochino.
Speriamo che non venga la mania
di mettersi a cantare: ” Malamo mia!”
O mia bella Madonnina
che brilli da lontano
tutta d’oro e piccolina
tu domini Milano.
Sotto di te si vive la vita
non si sta con le mani in mano.
Cantano tutti: ” Lontano da Napoli si muore”
ma poi vengono a Milano.
Si, venite senza paura
noi vi daremo una mano
tutto il mondo è paese, siamo d’accordo
ma Milano è una grande Milano!!!




La Basilica di Sant'Ambrogio


La Basilica di Sant'Ambrogio è una delle chiese più antiche di Milano. Il primo nucleo fu costruito nel 379 sull'area del cimitero cristiano (Cimitero ad Martyres), fuori dalla Porta Vercellina. Nel 386 venne consacrata dal Vescovo Ambrogio destinato poi a diventare il patrono di Milano. Ambrogio morì nel 397 e fu sepolto in una cripta accanto a San Gervasio e San Protasio, ai quali era intitolata fino a quel momento la Basilica Martyrum, che a sua volta prendeva il nome dal cimitero sul quale era sorta. Nell'VIII secolo, i Benedettini edificarono il loro convento proprio a fianco della basilica. Nell'859 fu terminato il campanile di destra che deve il suo nome proprio alla collocazione dei Bendettini: Campanile dei Monaci. 
Nel X secolo, la città si era ingrandita e i fedeli erano aumentati, perciò fu necessario intraprendere lavori di adeguamento e di ristrutturazione. In particolare i lavori riguardarono l'atrio e l'abside che venne ingrandito. Inoltre nel 1144 vide la luce anche il campanile di sinistra chiamato Campanile dei Canonici.

Nel 1400, il Cardinale Ascanio Sforza, incaricò Donato Bramante di intervenire con degli abbellimenti, così vennero realizzati i chiostri e il Portico della Canonica. Questo però fu interrotto quando era stato completato solo il lato adiacente alla basilica, l'altro lato venne realizzato dall'architetto Ferdinando Reggiori, perfettamente armonizzato con lo stile del Bramante. Tale interventi erano inserito in un contesto di un ampio progetto di restauro.

Alcuni consigli per la visita

La chiesa si trova ad un livello più basso rispetto al pavimento della piazza. Tale posizione suggerisce quasi che la chiesa stessa, di sua volontà, mostrasse la sua bellezza e la sua eleganza con una sorta di sobria umiltà e pudore, che ben si lega  con il culto che rappresenta.

L'atrio è del XII secolo, a portico rettangolare, con pilastri che reggono capitelli magnificamente scolpiti a varie figure richiamanti piante, animali e uomini. Le pareti ospitano una serie di bassorilievi, iscrizioni e laidi tombali. Si trova qui il Sarcofago dell'Arcivescovo Ansperto.

In fondo alla navata destra vi è una cancellata settecentesca, dalla quale si accede al Sacello di San Vittore in Ciel d'Oro (IV secolo) realizzato proprio dove un tempo si trovava il Cimitero ad Martyres (qui si trovano le spoglie di San Vittore). Si tratta di una stanza quadrata con un cupola impreziosita da mosaici. E' presente l'Altare d'Oro, preziosissimo, stupendo manufatto di oreficeria risalente al IX secolo, sovrastato dal maestoso ciborio, poggiante su quattro colonne di porfido.

Dalla porta della canonica si accede al Museo della Basilica dove sono conservati e valorizzati  reperti e tesori artistici, testimoni dalla lunga storia di questa antica chiesa.

Per informazioni sulle visite e sugli orari di culto il sito ufficiale è: http://www.basilicasantambrogio.it/